Don Giuseppe Tomaselli

Alcune testimonianze su Don Giuseppe Tomaselli

Le seguenti testimonianze sono state tratte dal libro "Don Giuseppe Tomaselli - profilo biografico e spitituale" scritto da Don Santo Di Guardi nel 1990 e diffuso dall'Opera Caritativa Salesiana di Messina:

[...] Ad un mese di distanza dalla morte di Don Tomaselli è arrivata alla comunità dell'Istituto questa lettera di un sacerdote, Padre Isaia Columbro, Convento S.S. Annunziata - Vitulano (Benevento). - Cari Confratelli del defunto Don Giuseppe Tomaselli, per combinazione ho saputo la morte di Don Tomaselli. Sono rimasto assai dispiaciuto. Avevo di questo sacerdote tanta, tanta stima. Da tempo ho tanto ammirato e seguito l'opera, l'apostolato del caro Don Giuseppe. Spesso ho mandato a prendere vari libretti fatti cosi bene, a portata di tutti. Che bello apostolato ha esercitato! In quanti cuori ha fatto entrare la luce della vera fede! Vi prego con tutta umiltà e confidenza: non abbandonate il suo apostolato, continuate a ristampare e diffondere le sue opere piene di amor di Dio e del prossimo. Egli sarà presente spiritualmente nella casa in mezzo a voi... Con fraterno affetto P. Isaia Columbro Altra lettera al direttore: - Sto leggendo con molto interesse le opere di Don Tomaselli. Devo costatare che le opere non solo hanno un carattere particolarmente interessante per il loro contenuto, ma anche sono spiccatamente semplici così che arrivano direttamente all'anima di chi legge. Oggi si ha un vero bisogno di scritti di tale portata, perché forse possediamo anche opere e trattati, ma che ci lasciano freddi e indifferenti, enunziando le più grandi verità alla stessa stregua di uno spot pubblicitario. Nella nostra società tutto va a rotoli, anche il buon Dio, seppure pregato, discusso e lodato, è sempre l'ultimo dei nostri pensieri, della nostra giornata, della nostra vita. Le opere di Don Tomaselli rischiarano la nostra sfera spirituale, apportando un po' di luce in quelle zone nascoste e ombrose... Invio i migliori saluti con un prospero auspicio per l'opera e che la benedizione di Dio rimanga con tutti voi! Emilia Sciarra



[...] Io, mamma di cinque figli (quattro femmine e un maschio), arricchita dal frutto di quei libri che in seguito acquistai, ricevetti da essi grande aiuto per la crescita spirituale mia e della mia famiglia, non solo, ma si svegliò in me un grande desiderio di apostolato, desiderio che ho messo in pratica con tanta gioia. Mi procuravo con frequenza tutta la collana dei libri da lui scritti e li diffondevo dovunque, anche negli ospedali. Pregai quel giovane che mi procurava i libri di farmi conoscere Don Tomaselli, il quale era solito venire, di tanto in tanto, alla tipografia salesiana dell'Istituto "Gesù Adolescente". Finalmente, nell'estate del 1968, una sera ricevetti una telefonata personalmente da Don Tomaselli, che mi invitava a farmi trovare pronta l'indomani mattina, perché egli sarebbe passato con la macchina e mi avrebbe portata con lui nella chiesa di Santa Chiara. Lì ho avuto modo di conoscere tante persone devote che lo aspettavano, anche per gli esorcismi. Prima di tutto celebrò la Santa Messa e, con stupore di tutti, prese le particole per celebrare e, al momento della Santa Comunione, senza che le avesse contate... furono tante quante noi (circa 30 persone). Prima che incominciasse gli esorcismi, cercai di salutarlo... dicendo che avevo una famiglia numerosa e non potevo più trattenermi. Lui prima mi volle dare una particolare benedizione ed io, inginocchiandomi, la accolsi con tanta gioia, mentre egli mi appoggiava sul capo il Crocifisso che portava al collo. Mi disse che alla sua prossima venuta mi voleva come aiuto per mettere su la Crociata Eucaristica delle Piccole Ostie... Io frequentavo, fin dal 1960, la Parrocchia del Sacro Cuore alla Noce. Era allora parroco la buon'anima di P. Giuseppe Fiasconaro; allora vivevo l'Azione Cattolica come presidente delle donne e come socia dell'associazione "San Vincenzo" per l'assistenza ai poveri. Poi diventò parroco padre Antonio Fiasconaro, cugino del primo, con il quale si iniziò la Crociata Eucaristica, con tanta gioia e tante Piccole Ostie. Ogni primo giovedì di mese S. Messa Riparatrice e un'ora di adorazione. Ogni tanto Don Tomaselli veniva e ci si riuniva con tanta gente nel salone della Parrocchia del Sacro Cuore alla Noce, sia per aiutare gli ammalati, distribuendo Crocifissetti benedetti, sia per testimoniare quello che Gesù operava attraverso la lettura della buona stampa. Si arrivò al punto che la venuta di Don Tomaselli era attesa con grande interesse da una grande assemblea di persone. Durante il mio apostolato della buona stampa ho avuto modo di conoscere il magistrato Salemi, allora un massone al cento per cento. Gli ho offerto il libro che raccoglie di Don Tomaselli i miracoli eucaristici intitolato: L'Ostia Consacrata. Dopo poco tempo il detto magistrato venne a cercarmi per dirmi che voleva conoscere Don Tomaselli... Nel seguente incontro partecipò alla riunione nel salone della Noce. A un certo punto il suddetto giudice prende una sedia, vi sale sopra e, alzando la mano con il libro "L'Ostia Consacrata", incomincia a gridare in pubblico: - Io ero un massone! Leggendo questo prezioso libro mi sono convertito a Gesù, ed ora sono felice -. Non so descrivere quello che mi è successo... so solamente che da un po' di anni è morto e ha fatto la morte di un santo. Di queste conversioni ne avvenivano continuamente. Devo aggiungere che, dopo la conversione, il giudice Salemi intraprese varie iniziative giuridiche contro la pornografia e l'indecenza della moda. Ne parlavano tutti i giornali d'Italia. Posso anche dare fede di un'altra testimonianza strepitosa. Un'ammalata moribonda si trovava in ospedale in coma, per grave malattia al cuore. Un giorno venne a trovarmi la moglie dell'avv. Celauro che faceva parte delle Piccole Ostie. Mi pregò di andare con lei all'ospedale per portare a quell'ammalata uno dei Crocifissini benedetti da don Tomaselli che tenevo in deposito. Quando arrivammo all'ospedale, presi con fede il Crocifissetto e lo posai sul cuore della sofferente. Da tre giorni non prendeva più nemmeno l'acqua: era in coma! Silenziosamente abbiamo pregato. Dopo circa un quarto d'ora l'ammalata apre gli occhi e chiede acqua... Tutti erano commossi. A poco a poco si notò un miracoloso miglioramento e noi ritornammo a casa fiduciosi. Dopo un po' di tempo la stessa donna ha telefonato che voleva essere avvertita quando veniva Don Tomaselli per la consueta riunione. Quando vi fu la riunione, la miracolata salì sulla sedia come aveva fatto il magistrato e, gridando di gioia, attestò il grande miracolo... Altra testimonianza: la mamma di una cugina di mio marito, la signora Palumbo, una donna anziana, stava male alla gola. l medici avevano dichiarato che si trattava di un tumore alla faringe. Appena fu possibile portammo a casa di lei personalmente Don Tomaselli, il quale poggiò il Crocifissetto in bocca alla vecchietta e questa, nel giro di pochi giorni, guarì. Il medico ha confermato che il tumore non esisteva più. Altro fatto clamoroso. Una donna, madre, credo, di cinque figli, si trovava all'ospedale con una forma gravissima di broncopolmonite. Poiché ormai stava per morire, i medici consigliarono i familiari di portarsela a casa per non farla morire in ospedale. Una delle figlie venne da me disperata e in lacrime per chiedermi se potessi aiutarla facendo venire Don Tomaselli. Ma questi era a Messina. Le diedi un po' di bambagia benedetta da Don Tomaselli e le suggerii di metterla sul petto dell'ammalata. La madre stessa l'indomani tornò coi suoi piedi all'ospedale per farsi controllare dai medici e questi, allibiti, constatarono che era totalmente guarita... Di fatti come questi, in 30 anni che sono stata collaboratrice di Don Tomaselli, ne sono successi tantissimi; solo che in passato non mi sono preoccupata di prenderne nota, registrando nomi ed indirizzi. Sono sicura che se si raccolgono testimonianze anche con l'aiuto della stampa e con la collaborazione di parroci e di gruppi religiosi, se ne raccoglieranno moltissime, e non soltanto in Sicilia. lo personalmente, trovandomi a Firenze verso il 1979, presso quel gruppo di Piccole Ostie, sentii che testimoniavano parecchie grazie. Da parte mia, con sicura riconoscenza, posso dire che per 30 anni mi sono prodigata con fede, anche se da parecchio tempo ho trasferito il mio lavoro di apostolato stampa al carissimo prof. Luigi Ricotta e famiglia che con sincero amore continuano il loro lavoro. Sono certa che, se saranno collaborati, anche dagli stessi Padre Salesiani, la gloria di Dio farà brillare quello che deve brillare. Ho cercato di esprimermi nel miglior modo possibile per inviare a chi di competenza la mia sincera testimonianza. - Palermo, 7 luglio 1990. Pina Curcio



[...] Io, Gioacchino Cavallaro, da tanti anni conoscevo D. Tomaselli e ho avuto l'occasione di poterlo aiutare. In questo tempo ho costatato il bene prodotto alle anime che a lui ricorrevano in ogni necessità. Ricordo che sono venuti a fargli visita tanti, dall'onorevole al brigatista rosso. Tutti sono stati accolti con pari carità. La figura che ne traspare è quella di un sacerdote sempre sollecito delle necessità del prossimo. Era da tutti ben voluto per la sua dolcezza. In tante occasioni soleva dire: attira più una goccia di miele che un barile di aceto. Ricordo che nella lettera di un carcerato si leggeva quanto segue: "Don Tomaselli, se avessi letto prima i suoi libretti non mi troverei qui". Per questo ha regalato al professore Ricotta di Palermo dieci mila opuscoli da distribuire ai carcerati d'Italia. Questo libretto è intitolato "Perché credo". Don Tomaselli era basso di statura, ma grande e pronto nell'eseguire la volontà di Dio. Varie volte tante persone mi raccontavano la storia della loro guarigione totale o parziale da malattia che la scienza è impotente a curare. Quanto sto per esporre mi è stato raccontato dalla signora Cama che per un periodo di tempo lo accompagnava nelle varie conferenze domenicali: una sera a tarda ora, provenienti da Catania, la macchina guidata dalla stessa signora era rimasta completamente senza benzina in prossimità della zona di Taormina, sempre sull'autostrada. In quella circostanza, era di notte e di Domenica, tutti i distributori di benzina erano chiusi. Bisognava prendere una decisione sul da fare, non potendo passare tutta la notte fermi in un'auto. Don Tomaselli propose alla signora di pregare con fede le anime sante del purgatorio. Lo fecero. Quale non fu lo stupore: la macchina riprese a viaggiare verso Messina senza alcun contrattempo. Il giorno dopo, lunedì, la signora si recò dal primo benzinaio per fare il pieno. Il benzinaio stupito le dice: "Signora, dato che il serbatoio della sua macchina è vuoto, come ha fatto ad arrivare fin qui!' Questo fatto è vero ed è accaduto altre volte a Don Tomaselli. - Il dr. Cavallaro s'intrattiene poi a parlare intorno all'efficacia curativa del cotone, dei crocifissini benedetti da Don Tomaselli, del profumo che si sentiva a volte anche quando lui era lontano. Aggiunge poi: - Credo che Don Tomaselli abbia ottenuto il dono della bilocazione. Parecchie persone affermano che lo hanno visto in altre parti, invece mi risulta che lui in quell'ora era al suo posto di lavoro a Messina. Lui diceva che era il suo angelo custode che prendeva le sue sembianze. Riguardo alla mia esperienza diretta affermo che due mesi dopo la morte di Don Tomaselli, colto da malore improvviso sono caduto battendo la schiena e sono scivolato su un'intera rampa di scale. Ho dovuto subito consultare il traumatologo Coletta, tanto conosciuto a Messina, che mi ordinò dieci giorni di assoluto riposo a letto per la contusione riportata. In quello stesso tempo la televisione privata del Tirreno mandava in onda una conferenza registrata di Don Tomaselli. Mentre lui in quella circostanza benediva gli ammalati, io, sebbene poco convinto che quella benedizione potesse avere buoni effetti anche su di me, tentai con la preghiera e le spalle voltate allo schermo della televisione di ricevere la benedizione. All'istante dopo aver sentito un leggero senso di calore alla schiena lungo la spina dorsale, mi accorgevo che potevo fare flessioni senza sentire dolore. Questo accadeva dopo 4 giorni della caduta. Di questo fatto può essere testimone la signorina Caterina e mio padre. Affermo che poi ho potuto muovermi con scioltezza. Gioacchino Cavallaro


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